Alfio Pappalardo agronomo

Thursday, June 01, 2006

"Horus" il Dio egizio della Luce


Il dio Horus si identifica, sia in Egitto sia in Nubia, con diverse divinità locali:Come divinità solare è Haroeris,Harakhthe, Harmakhis, Horo di Behedet.
Come figlio di Iside è Arpocrate (Horus bambino) Harsiesi, (figlio di Iside) Harendotef (Horus vendicatore del padre).
Horus è soprattutto il dio dinastico, è "colui che siede sul trono di suo padre Osiride e nel quale ogni sovrano vivente si identifica.
L'origine di questo dio è oscura, proprio perchè esistevano numerosissimi santuari e in ognuno aveva un nome diverso.
Sembra che all'inizio sia esistito sottoforma di falcone, che identificato nei testi dell'Antico Regno con il "Dio Grande" veniva considerato dio del cielo e perciò assimilato ad un animale che viveva nel cielo.
Parallelamente all'unificazione politica dell'Egitto, ci fu un'unificazione anche degli dei e Horus venne identificato con RA nella forma Ra-Hrakhte (Horus dell'orizzonte) rappresentato in epoca tinita come un uomo dalla testa di falcone, che sembra sia stato l'Horus di Letopolis (II nomos del Delta) chiamato Hor Khenti irti, "Horo che preside ai due occhi, cioè il sole e la lna.A Behedet (l'attuale Damanhur, nel XVII nomos del Delta) troviamo un Horus chiamato l'Antico (o il Grande) Horoeris confuso con l'Horus di Chemmis detto il Giovane (o il Fanciullo) Arpocrate.
Questo Horus, figlio di Iside ed Osiride, ebbe un ruolo determinante nella lotta tra Seth ed Osiride.
Un'antica leggenda che si trova nei Testi delle Piramidi, racconta che Iside sotto forma di avvoltoio si posò sul cadavere di Osiride, concepì Horus e lo allevò perchè vendicasse la morte di suo padre.
Horus, diventano adulto, provocò Seth che reagì strappandogli un occhio durante un combattimento, ma Horus lo riprese, vinse Seth e lo evirò.
A questo punto l'assemblea degli dei pose Horus sul trono di suo padre, mentre per Seth ci fu la condanna a portare Osiride eternamente.
Quando l'Egitto si divise nuovamente alla fine del periodo predinastico, Horus rimase divinità ufficiale dell'Alta Egitto, a Nekhem (Hierakonpolis).
In Alto Egitto c'era un altro santuario di Horus, quello di Edfu.
Il faraone era considerato l'incarnazione di Horo e ciò legittimava il suo regno.

Sunday, May 28, 2006

...un "ode" a tutte le ragazze...


BELLISSIMA

Le ragazze sono come le mele sugli alberi.
Le migliori sono sulla cima dell'albero.
Gli uomini non vogliono arrivare alle migliori, perché
hanno paura di cadere e ferirsi.
In cambio, prendono le mele marce che sono cadute
a terra, e che, pur non essendo così buone,
sono facili da raggiungere.
Perciò le mele che stanno sulla cima dell'albero, pensano
che qualcosa non vada in loro, mentre in realtà
"Esse sono grandiose". Semplicemente devono essere
pazienti e aspettare che l'uomo giusto arrivi, colui che sia
cosi coraggioso da arrampicarsi fino alla cima
dell'albero per esse.
Non dobbiamo cadere per essere raggiunte, chi avrà
bisogno di noi e ci ama farà
di TUTTO per raggiungerci.
La donna uscì dalla costola dell'uomo, non dai piedi per
essere calpestata, ne dalla testa per essere superiore.
Ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere
protetta, e accanto al cuore per essere amata.
Mandalo alle ragazze eccezionali che conosci e non
dimenticarti di mandarlo anche agli uomini perché
sappiano quanto vale una donna!
"La terra ha musica per coloro che ascoltano"

William Shakespeare

Sunday, May 21, 2006

Il mio amore ha 4 zampe, "Polpetta"


Spiegare con semplici parole l'affetto che si può avere per un cane è davvero difficile...
Ciao Polpettina!!!

Un interesse comune la salute dell'ambiente...

Ho voluto riportare nel mio blog l'articolo che circa un'anno fa è stato pubblicato sul giornale del Movimento Azzurro e che ha costituito l'inizio di un progetto che con i miei cari amici e responsabili dell'associazione stiamo (non senza problemi) cercando di portare avanti.

Finalmente a Caltagirone, città nella quale sono nato e risiedo, si è costituita, per mia aspirazione e grazie all’incoraggiamento di tanti amici, l’ecosezione del Movimento Azzurro “KALAT”. Sono un laureando in Scienze e Tecnologia Agraria l’interesse riguardante la salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema si è sviluppato sin dagli anni della mia infanzia, ha accompagnato la mia crescita, e nel corso delle mie esperienze studentesche e sociali, questo problema è stato trattato ampiamente in tutte le sue sfaccettature.
E’ ovvio che nella realtà in cui opera l’ecosezione “Kalat” vorrebbe dare una scossa all’opinione pubblica, sensibilizzando e informando quanta più gente possibile in merito ai problemi che sono presenti, anche con l’ausilio di materiale informativo da distribuire, con incontri continui e frequenti con i vari Enti e le scuole; del resto dobbiamo anche iniziare a capire quale “eredità” ambientale vogliamo lasciare ai nostri figli! E' sulla base di questo che, quando parliamo di “sviluppo”, dobbiamo parlare di “sviluppo sostenibile” volto a perseguire tre obiettivi: integrità dell’ecosistema, efficienza economica, garanzia delle giustizie sociali.
La “forza” che muove questa associazione con una grinta e determinazione esemplare è data sicuramente dall’unione di tutti i componenti e dall’amicizia fraterna che ci lega in modo intenso e disinteressato l’uno con gli altri.
Quest’unione ha permesso di creare un gruppo forte che, individuando me come Presidente, si è organizzata in una struttura molto variegata in quanto dopo aver assegnato le cariche proprie di un’associazione (Segretario, Tesoriere, Vicepresidente) ho voluto integrarle con altre di grande valore: come l’Esperto ambientale, l’Esperto per le sofisticazioni alimentari, l’Esperto nell’interazione uomo-ambiente, l’Esperto Legale, l’Esperto per la tutela degli animali in via di estinzione, tutti ruoli occupati da giovani dottori laureati in facoltà scientifiche e molto vicini alle problematiche legate all’ambiente.
Uno dei nostri tanti interessi è indirizzato al bosco di Santo Pietro, questo è una Riserva Naturale distante circa 10 km da Caltagirone, ed è una delle aree verdi più rigogliose e grandi della Sicilia, si estende per circa 2200 ettari, è localizzata prevalentemente nella parte meridionale del territorio di Caltagirone, fino ad abbracciare una parte del territorio ragusano, la riserva occupa una zona di media collina, circa 250 m s.l.m., ad una quota compresa tra i 50 e 397 metri s.l.m.
La vegetazione del Bosco di Santo Pietro è estremamente varia, questo è dovuto anche alla vasta estensione della Riserva, che comprende ambienti e paesaggi molto diversi fra loro; infatti, la rigogliosa flora del Bosco comprende numerose specie vegetali, alcune delle quali molto interessanti dal punto di vista naturalistico perché rare o a ristretta localizzazione, o longeve e di grandi dimensioni. In particolare l'area boschiva, che in passato era costituita da estesi querceti sempreverdi con un sottobosco ricco di tipiche essenze mediterranee, conserva, malgrado l'intensa azione antropica, splendidi esemplari di alberi da sughero (Quercus suber); ma il dato che più mi ha stupito è che solo pochi cittadini del comprensorio sanno che il Bosco è una riserva naturale, e hanno coscienza del fatto che in esso siano presenti circa quindici specie, tra farfalle, serpenti, volatili e animali terrestri vari (testuggini, gatto selvatico, lepre ecc.) tutte a serio rischio di estinzione.
La nostra associazione si pone come obbiettivo primario l’informazione e la sensibilizzazione di tutti verso un uso più coscienzioso del Bosco, l’educazione ad una giusta interazione tra uomo e natura. Non vogliamo che venga fatto un uso improprio di uno spazio così ampio e per questo che bisogna cercare di tutelare l’ambiente eliminare il problema dei rifiuti tenendo conto che in alcuni punti sembra di trovarsi in delle vere e proprie discariche, con la presenza, talvolta, anche di rifiuti tossici.
La nostra associazione ha una “storia”molto breve, per il momento, ma ha una grande voglia di “fare” per la cura, tutela e miglioramento, del nostro piccolo “paradiso terrestre”, il Bosco di Santo Pietro, affinché anche le generazioni future possano poter vivere il bosco, rispettandolo in ogni sua parte.
Colgo l’occasione che mi è stata concessa con questo spazio, per ringraziare tutte le persone che collaborano e collaboreranno con me, e al professor Corrado Monaca, coordinatore regionale del Movimento Azzurro, che con la sua esperienza e i suoi consigli ci è stato di grande aiuto oltre a tutte le persone che credono e lottano per avere delle condizioni di vita migliori, saluto tutti i lettori affettuosamente.

Semplici macchie o qualcosa da non sottovalutare?


Cycloconium oleaginum (Cast.), più comunemente conosciuto come "occhio di pavone" è un fungo presente in tutto l'areale di coltivazione dell'olivo, e in particolare nel Veneto dove le precipitazioni sono sempre molto abbondanti in primavera e autunno.

DANNI
Colpisce tutti gli organi verdi, ma soprattutto le foglie nella pagina superiore dove si manifestano delle macchie più o meno circolari isolate o riunite in gruppi. Tali macchie sono di colore bruno verde costituite da anelli con centrici circondati all'esterno da un alone giallastro. In seguito a questo attacco si ha una caduta prematura delle foglie generalmente a spese di quelle più vecchie.
L'intensità della filloptosi è però variabile a seconda della gravità dell'attacco che solitamente è più intenso in primavere con elevata umidità atmosferica e con temperature ottimali attorno ai 12 °C. È possibile avere anche un attacco in autunni umidi in quanto i conidi del fungo germi- nano anche a basse temperature.
In alcuni casi particolari possono essere colpite anche le drupe con un danno solitamente scarso e di interesse più per la diminuzione della quantità che della qualità dell'olio estratto.

CICLO
Questo fungo rimane vitale all'interno dei tessuti per tutto l'anno, con periodi di quiescenza durante le stagioni sfavore voli invernali (sotto i 4°C) ed estive (sopra i 25°C).
È legato all'acqua, infatti si diffonde come conidi germinati dalle lesioni presenti sulla pianta e inseriti nelle gocce di pioggia. In seguito, con periodi piovosi o molto umidi di almeno 2-3 giorni, riesce a penetrare i tessuti verdi dell'olivo. E per questo che le nuove infezioni si compiono di solito in primavera e in autunno.

LOTTA
I danni maggiori si hanno negli oliveti poco ventilati, con chiome troppo fitte o eccessivamente concimati con azoto. Esistono poi varietà meno sensibili come il Leccino. Come trattamenti si consigliano i sali di rame da usare in autunno o in primavera dopo una pioggia infettante che coincide generalmente con il periodo post potatura. Questo trattamento, inoltre, è molto importante perché ha funzione cicatrizzante dei tagli operati sulla pianta.

La poesia che meglio rappresenta la nostra Sicilia

Brucia la luna n'cielu
E ju bruciu d'amuri
Focu ca si consuma
Comu lu me cori

L'anima chianci
Addulurata

Non si da paci
Ma cchi mala nuttata

Lu tempu passa
Ma non agghiorna
Non c'e mai suli
S'idda non torna

Brucia la terra mia
E abbrucia lu me cori
Cchi siti d'acqua idda
E ju siti d'amuri

Acu la cantu
La me canzuni

Si no c'e nuddu
Ca s'a affacia
A lu barcuni

Brucia la luna n'cielu
E ju bruciu d'amuri
Focu ca si consuma
Comu lu me cori